Negli ultimi anni, la parola Mindfulness è entrata ormai nel lessico di chi pratica yoga e meditazione. Tanti gli articoli e i libri che cercano di spiegare e di approfondire il tema. Pochi gli articoli e i libri che riescono a scandagliare davvero “cos’e” la Mindfulness, descritta come una nuova forma di terapia, o un tipo specifico di meditazione. C’è ancora molta confusione attorno a questa parola, nonché al suo significato e a come può essere praticata.
Indubbiamente, uno dei testi più validi usciti di recente in Italia che fanno luce su questa tematica è Mindfulness. Una Guida Pratica al Risveglio, pubblicato da Astrolabio Ubaldini, una delle migliori case editrice attente alle Filosofie Orientali.
Consigliamo questo libro fondamentalmente per due ragioni.
La prima ragione è legata al suo Autore, ovvero Joseph Goldstein, statunitense con una profonda e lunga preparazione in campo buddhista. Un interesse che egli ha sviluppato sin dagli anni Sessanta del secolo scorso, quando prese parte come volontario nei Peace Corps in Thailandia. Dal 1967 ha studiato e praticato diverse forme di meditazione buddhista con Maestri indiani, birmani e tibetani. In tempi non sospetti, ha sostenuto la creazione del Centro Studi Buddhisti a Barre (Massachusetts) ed è co-fondatore dell’Insight Meditation Society.
Il suo percorso lo ha reso uno dei più autorevoli maestri occidentali di meditazione vipassana.
La seconda ragione per cui consigliamo questo libro – collegata naturalmente alla prima – è la struttura esplicativa con cui l’Autore illustra la Mindfulness. Dopo averne spiegato l’accezione riportando il concetto e la pratica della “presenza mentale”, Goldstein pone la centralità nel Satipaṭṭhāna Sutta, ovvero il discorso del Buddha sui quattro addestramenti che conducono alla piena coscienza, o detto in altro modo, alla presenza mentale.
Concentrandosi sul Satipaṭṭhāna Sutta Goldstein inquadra la Mindfulness nella sua tradizione originaria, la cui fonte è il Buddhismo. La Mindfulness non è analizzata come un metodo terapeutico – che è una prospettiva puramente occidentale – bensì come una sorta di “meta” raggiungibile per il tramite di un cammino di consapevolezza. Questo cammino lo si percorre ponendo l’attenzione sul corpo considerato dall’interno e dall’esterno – quindi si pone attenzione sul respiro, sulle posture, sulle attività quotidiane –, sulle sensazioni, sulla mente e sugli oggetti mentali.
Nella sua trattazione, Goldstein si rivela assolutamente rispettoso nei confronti della tradizione Buddhista e quindi nei confronti del discorso originario del Buddha. Non conduce la Mindfulness verso la prospettiva puramente terapeutica di stampo occidentale come ormai “è di moda” in Europa e negli States, bensì la mantiene radicata alle fondamenta originarie, quindi ai precetti del Dhamma, così come l’Illuminato ha insegnato ai suoi discepoli.
Da qui la scelta di spiegare da parte di Goldstein anche le Quattro Nobili Verità, ovvero:
- La verità della sofferenza
- La verità dell’origine della sofferenza
- La verità della cessazione della sofferenza
- La verità del sentiero che conduce alla cessazione della sofferenza
In effetti, non si può comprendere la Mindfulness, e non si può raggiungere la presenza mentale senza aver compreso questi preziosi insegnamenti, che sono la base di qualsiasi cammino spirituale meditativo connesso al Buddhismo. Ma non solo. Anche un laico che vuole praticare la meditazione “dovrebbe” leggere e comprendere le Quattro Nobili Verità, poiché esse rappresentano la forza propulsiva che conduce alla meditazione stessa.
Non si medita forse se non per porre fine alla sofferenza personale e alla sofferenza del mondo?
La Mindfulness è questo: è l’addestramento che conduce alla piena presenza mentale e che ci rende consapevoli dei pensieri, delle sensazioni, delle emozioni, e quindi dei fattori e degli aggregati che causano la sofferenza. Si pratica la meditazione e si lavora sulla presenza mentale proprio per annullare la sofferenza e per raggiungere la felicità nel qui e ora. Il cammino della presenza mentale svela quali fattori sono nocivi a tale raggiungimento (come l’attaccamento, la pigrizia e l’irrequietezza) e quali invece conducono al Risveglio.
Mindfulness. Una Guida Pratica al Risveglio è un libro per chi va oltre le mode e le terapie, per chi vuole percorrere il sentiero originario del buddhismo che porta alla consapevolezza del presente, alla consapevolezza di chi siamo e alla consapevolezza che possiamo davvero assaporare la felicità, annullando quei veleni che offuscano la nostra mente e la nostra visione del mondo.
Silvia C. Turrin