Julius Kambarage Nyerere (13 aprile 1922-14 ottobre 1999), detto Mwalimu (il maestro), è stato il primo Presidente della Tanzania. Fu grazie a lui che questa nazione africana divenne indipendente dopo essere stata colonizzata per anni, prima dai tedeschi, poi dagli inglesi.
Nyerere è una figura politica sui generis. Egli fu socialista, cattolico, un alto statista e al contempo un uomo semplice, schierato sempre a favore dei più deboli. In vita e dopo la morte, Nyerere ha suscitato opposte reazioni.
Furono tanti i suoi detrattori, che lo accusavano di aver abbracciato una politica socialista e anticapitalista. Ma sono state e sono ancor di più le persone che lo hanno ammirato, non solo come politico, ma anche come uomo.
Quando morì, James Wolfensohn, all’epoca Presidente della Banca Mondiale, affermo: “Nyerere è stato uno dei padri fondatori dell’Africa moderna. […] Uno dei pochi leader mondiali i cui alti ideali, integrità morale e umiltà abbiano ispirato le persone oneste di tutto il mondo”.
Nyerere ha sempre agito a favore della libertà del suo paese, così come di tutti popoli oppressi; ha sostenuto il processo di decolonizzazione in Africa e ha appoggiato le lotte di liberazione in Asia e America Latina; ha costantemente promosso l’unità dei tanzaniani; ha incoraggiato la cooperazione Sud-Sud; ha instancabilmente ricercato la pace attraverso il dialogo; è sempre stato coerente coi suoi principi morali e non ha mai utilizzato la sua posizione di prestigio per arricchirsi.
Non è stato semplicemente un politico, un uomo di Stato, un diplomatico, ma un Maestro, appunto Mwalimu, capace di educare chiunque – povero, ricco, bianco, nero, cattolico, musulmano – e di infondere idee volte all’evoluzione personale di ogni individuo.
Principi socialisti e fede cattolica
Mwalimu non ha mai sfruttato il suo ruolo di prestigio per arricchirsi o per circondarsi di beni di lusso, a spese del suo popolo. Il suo nome, a differenza di tanti altri personaggi politici, non è mai stato offuscato da scandali o da accuse di corruzione. Nyerere è stato coerente coi suoi principi socialisti e lo è stato verso il suo credo religioso.
Egli era un devoto cattolico che partecipava regolarmente al rito della Messa e spesso compiva la pratica del digiuno. Nyerere esprimeva in ogni occasione la sua fede cattolica, in modo introspettivo e se possibile, con gesti liturgici.
Anche durante i suoi numerosi viaggi faceva di tutto per cercare una chiesa vicina in modo da poter assistere alla Messa. “Senza la celebrazione eucaristica sarebbe impossibile per me compiere il mio lavoro”, affermò.
Nyerere col suo percorso esistenziale ha scardinato convenzioni e stereotipi, prima fra tutte quella secondo cui è impossibile conciliare la fede cattolica con un orientamento socialista. Così non è. Da un lato era un nazionalista, un pan-africanista, dall’altro lodava l’operato dei missionari, come più volte ha sottolineato: “Hanno portato all’Africa il meglio di ciò che sapevano, la loro chiesa e il loro modo di vivere”. L’essenza socialista e quella cattolica in lui non erano disgiunte, ma formavano proprio la coerenza della sua identità.
Richiami al primo cristianesimo
Nel socialismo africano da lui propugnato si possono rintracciare elementi del primo cristianesimo descritto negli Atti degli Apostoli: “La moltitudine dei credenti era un cuore ed un’anima sola. Nessuno considerava quanto possedeva come proprio, ma tutto era ad essi comune” (4,32). In queste parole si nasconde l’utopia di Nyerere, in parte realizzata nella realtà.
Egli è riuscito nell’intento di unire il popolo tanzaniano, ma non gli è stato possibile infondere quell’idea di comunitarismo solidale in campo economico che desiderava attuare attraverso il progetto ujamaa.
Nel modus vivendi e operandi di Nyerere ci sono altri punti in comune con il primo cristianesimo. Gesù ha insegnato ai suoi discepoli che i leader devono servire il popolo, invece che farsi servire: “I capi delle nazioni dominano su di esse e i grandi esercitano su di esse il loro potere. Non così dovrà essere tra di voi, ma colui che vorrà diventare grande tra voi, si farà vostro servo e colui che vorrà essere il primo tra voi si farà vostro schiavo; come il Figlio dell’uomo che non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto di molti” (Matteo 20,25-28).
Nyerere ha servito il suo popolo: lo ha liberato dalle catene del colonialismo, lo ha condotto all’indipendenza, gli ha fornito messaggi importanti di riscatto sociale e di risveglio delle coscienze attraverso la self-reliance, ha promosso l’educazione e l’unità nazionale.
La versione integrale del mio articolo dedicato a Nyerere è consultabile sul sito SMA Africa.