Segnalo l’intervista al compositore francese René Aubry pubblicata sul sito della rivista Amadeus
René Aubry, musica tra arte e poesia
qui di seguito l’Introduzione:
Da oltre trent’anni, il compositore francese René Aubry crea paesaggi sonori sfaccettati, in cui si riconoscono differenti tasselli musicali, differenti impressioni e suggestioni. Il suo è un mosaico di melodie molto intimiste, che talvolta rivelano lampi di pura poesia o di visioni fantastiche trasmutate magicamente in note musicali. Sin dagli anni Ottanta, il polistrumentista nato nei Vosgi – dipartimento francese dominato da una natura che a tratti sembra ancora primordiale e sorprendentemente selvaggia – si è imposto alla critica come originale autore di musiche per film, spettacoli teatrali e danza contemporanea, capace di trasporre in suoni storie romantiche, visionarie, di donne e uomini un po’ sognatori, un po’ anticonformisti.
Grazie a dischi quali Libre Parcours, Signes (splendido album, tra i migliori da lui forgiati, concepito per un balletto di Carolyn Carlson), Invités Sur La Terre, Mémoires Du Futur, Refuges ha raggiunto milioni di persone appassionate di arte e di suoni a 360 gradi. René Aubry continua a dimostrare la sua abilità nel “reinventarsi”, nel superare se stesso, oltre che gli ostacoli dettati da regole e schemi discografici spesso troppo limitanti. Uno spirito libero come egli è, non può che avere la capacità di creare sempre nuova musica, nuove emozioni, nuovi racconti sviluppati attraverso il dialogo di diversi strumenti musicali, tutti suonati da lui stesso.
Il suo ultimo progetto dal titolo Forget me not svela un linguaggio più solare, più brillante, imprevisto, quasi a dimostrare il raggiungimento di un altrettanto nuovo equilibrio musicale e al contempo interiore da parte di Aubry. Composto per il nuovo spettacolo dell’amico Philippe Genty – anch’egli artista poliedrico essendo burattinaio in grado di amalgamare fra loro danza, mimo, effetti speciali – Forget me not è nato quasi per caso, come se una forza magnetica volesse intrecciare ancora una volta la genialità di Genty alle delicate sonorità oniriche di René Aubry. Di questo, il compositore francese ce ne parla nell’intervista che gentilmente ci ha rilasciato.