Con piacere segnalo questa bella recensione del mio libro Il movimento della Consapevolezza Nera in Sudafrica, dalle origini al lascito di Stephen Biko, scritta in modo davvero brillante da Luca Zuccolo, dottorando (PhD student) in Storia Contemporanea presso il SUM (Istituto Italiano di Scienze Umane) di Napoli dove sta sviluppando una ricerca sulla stampa francofona ottomana e la sua rappresentazione dell’Impero d’Oriente.
La recensione completa si può visualizzare sul sito Diacronie. Studi di Storia Contemporanea
Qui di seguito un breve estratto della recensione di Luca Zuccolo:
«L’arma più potente nelle mani di un oppressore è la mente dell’oppresso».
Così scriveva Stephen Biko negli anni 1970 e questo cerca di spiegare Silvia Turrin nel suo saggio sul Black Consciousness Movement.
Turrin, laureata in scienze politiche, con un master in “Storia, didattica e comunicazione” e una carriera da giornalista ben avviata, si è avvicinata a questo tema quasi per caso, rimanendo affascinata dalla personalità di Nontsikelelo (Ntsiki) Biko, figlio maggiore di Steve e direttore della Stephen Biko Foundation.
L’incontro con il figlio di Biko, avvenuto nel 2008, e la complessità del movimento per la Consapevolezza Nera, provocano in Turrin un forte desiderio di far conoscere all’Italia una figura, quella di Steve Biko, e un movimento – il BCM (Black Consciuosness Movement) – fondamentali per la storia sudafricana e per la lotta all’Apartheid, ma ancora sconosciuti al pubblico italiano.
La chiave di lettura data da Turrin, uno dei maggiori punti di forza del suo testo, è senza dubbio l’aspetto psicologico giocato dal movimento di Biko sui suoi affiliati e sulle coscienze dei “neri” africani. La psicologia del movimento, declinata in tutte le sue forme, è il filo rosso che percorre e caratterizza tutto il libro, consentendo una maggiore e migliore comprensione delle azioni e del pensiero di Biko e dei suoi compagni di lotta.
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