In tempi difficili come questi, dove emergono con più facilità sentimenti dannosi come rabbia e odio, celebrare una simile giornata ci dovrebbe far riflettere proprio sul potere della Gentilezza.
Nella pratica meditativa buddhista si parla di “Metta Bhavana”, a indicare la meditazione sulla gentilezza amorevole. Questa pratica è antichissima. Secondo le fonti Theravada venne diffusa e insegnata dal Buddha. Si tratta di una forma meditativa molto potente, riscoperta negli ultimi decenni anche grazie ai vari approcci di mindfulness, che attingono moltissimo alle forme meditative buddhiste.
Meditare sulla gentilezza amorevole significa coltivare i semi della compassione e dell’equanimità che sono già dentro in tutti noi, ma che rimangono nascosti per effetto di vari fattori, che sono sia soggettivi, sia sociali e culturali.
Praticare la meditazione sulla gentilezza amorevole significa coltivare il bene e l’amore per se stessi e per gli altri.
Una mente compassionevole è come un elisir: trasforma le situazioni negative in positive. Per questo non dovremmo circoscrivere le nostre manifestazioni di compassione alla nostra famiglia e ai nostri amici. Né tanto meno considerare la compassione una prerogativa esclusiva di monaci e preti, medici, infermieri e operatori sociali. Riguarda ogni parte della comunità umana. Sua Santità il Dalai Lama
Coltivare ogni giorno la gentilezza non significa vivere in un mondo dorato e senza problemi, significa piuttosto agire per la creazione di una società migliore, in cui emozioni distruttive come rabbia e odio non hanno più potere.
Sembra che di questi tempi l’umanità non creda più al potere dell’amore, della compassione, della gentilezza.
Ecco che la meditazione sulla gentilezza amorevole, se praticata regolarmente, ci aiuta a superare dicotomie, e quindi ci permette di vedere e di vivere secondo una prospettiva non-duale.
“Fa’ che la sgradevole scortesia degli altri mi sproni a rendermi amabile per la mia gentilezza. […] Come il gelsomino lascia cadere i fiori sulle mani che vibrano colpi di scure alle sue radici, così su tutti coloro che si comportano in maniera ostile verso di me possa io spargere i fiori del perdono” Paramahansa Yogananda
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