Il medico e fisiologo indiano M.V. Bhole unendo le tecniche di Pranayama con le pratiche purificatorie dell’Hatha Yoga ha sviluppato un metodo terapeutico che permette di curare rigidità e dolori muscolari. L’obiettivo è quello classico dello Yoga: unire mente e corpo per sviluppare una profonda conoscenza del Sé
“Allorché l’attività della mente viene posta sotto controllo, la mente diviene pura come un cristallo, e riflette con precisione, senza distorsione alcuna, colui che percepisce, ciò che viene percepito, e lo stesso ente che percepisce”.
Così si legge nei Sutra di Patanjali, un testo − si presume risalente al II secolo d.C. − a cui molti maestri yogici di oggi si ispirano per portare avanti antiche conoscenze volte al benessere olistico della persona. Nella tradizione classica, di cui Patanjali rappresenta una delle più autorevoli figure, il termine Yoga significa “unione”, indicando con questa parola l’unione tra la mente e il corpo. È proprio a tale concezione che si ispira lo Yoga terapia, metodo ideato dal medico fisiologo M.V. Bhole, nato in India nel 1935. Il suo approccio si basa su una lunga esperienza in campo clinico. Dopo essersi specializzato in fisiologia nel 1961 presso l’All India Institute of Medical Science di Nuova Delhi, il dott. Bhole ha svolto per oltre trent’anni la professione di ricercatore nel Kaivalyadhama Yoga Research Institute, fondato da Swami Kuvalayananda a Lonavla (provincia di Pune). È in questo Istituto che si è specializzato in fisiologia respiratoria e nel corso degli anni Sessanta ha sperimentato l’efficacia delle tecniche yoga su particolari patologie, come l’asma bronchiale. Quello è stato un importante punto di partenza. Come lui stesso afferma “Da lì, è iniziato un lavoro scientifico riguardante le possibili applicazioni terapeutiche dello Yoga che vede oggigiorno utilizzare tecniche di meditazione per la cura di problemi dovuti allo stress”.
Attività, incontri e approcci terapeutici gli hanno permesso di elaborare un proprio metodo chiamato Yoga terapia, perfezionato dopo lunghi e approfonditi studi legati al Pranayama e agli effetti delle pratiche purificatorie dell’Hatha Yoga.
Attingendo poi a testi classici, molti dei quali letti in lingua originale, ovvero l’antico sanscrito, il dottor Bhole ha cercato di unire in un unico sistema varie pratiche dello yoga: gli Asana (posture); il Pranayama (il controllo del respiro); Kriya (lavoro con gli organi interni attraverso i meccanismi respiratori); Bandha (lavoro con i muscoli respiratori durante lo stato di apnea); meditazione e recitazione di mantra.
“È un metodo terapeutico in cui le tecniche vengono insegnate e date all’allievo come strumento utile per una pratica personale”, sottolinea il dottor Bhole.
Un incontro di Yoga terapia si sviluppa partendo da una serie di esercizi di rilassamento del corpo, seguiti da una sequenza di asana, al termine della quale si ascolta la risonanza lasciata dai vari movimenti. Oltre alle varie posture, viene praticata la purificazione dei canali energetici tramite respirazioni guidate e vengono recitati mantra le cui vibrazioni infondono benessere agli organi interni del corpo.
A differenza dell’Hatha Yoga, con questo metodo gli insegnanti non puntano all’immediata perfezione degli asana da parte degli allievi. Poiché lo yoga è una ricerca che dal corpo fisico si espande a quello sottile, il percorso di conoscenza può variare da persona a persona. Il maestro, in questo senso, fornisce spiegazioni dettagliate in merito ai movimenti da praticare e le posizioni da assumere. Spetta però al singolo trovare e perfezionare la propria personale postura, ascoltando anche le vibrazioni interne e i lievi micro-cambiamenti che avvengono a livello fisico. Ascoltarsi è il verbo che meglio sintetizza questo tipo di pratica. Infatti, non è tanto un metodo che si concentra sulla pratica di asana, quanto sulle Pranayama e sulle tecniche di purificazione interiore.
Lo Yoga terapia consiste dunque in un ascolto del corpo, della mente, delle emozioni e delle energie che si espandono. Nello Yoga terapia sono centrali la percezione e la comprensione diretta, nonché soggettiva delle esperienze interiori. È un approccio esperienziale, in cui è fondamentale una corretta respirazione: l’inspirazione e l’espirazione accompagnano i movimenti nella giusta sequenza, rendendo più naturali i movimenti stessi. Proprio perché privo di “forzature”, questo metodo è adatto a chiunque, anche a chi soffre di particolari problematiche fisiologiche (come dolori muscolari o mal di schiena), perché come si afferma nell’Hatha Pradipika: “Lo Yoga può essere un sollievo per la sofferenza”.
Silvia C. Turrin