Lo scrittore e drammaturgo nato in Togo, è da anni residente in Francia, dove ha pubblicato diversi libri di successo, oltre che pièce teatrali accolte con entusiasmo da pubblico e critica. Per la prima volta in Italia, lo spettacolo teatrale Que la terre vous soit légère tratto da una sua pièce sarà protagonista al Teatro Elfo Puccini di Milano, dal 2 al 3 ottobre 2013.
In Italia, è stato tradotto soltanto il suo libro La Fabrique de cérémonies (éditions du Seuil, 2001) dall’editore Morellini riprendendo il titolo originale: La fabbrica di cerimonie (2006).
In realtà, la produzione letteraria di Kossi Efoui è ben più vasta e variegata. Dopo aver lasciato la sua terra natia, il Togo, per aver preso parte a manifestazioni studentesche, duramente represse dal governo capeggiato dal generale Eyadema, inneggianti alla libertà e alla democrazia, Kossi Efoui ha espresso angosce e speranze nella scrittura. Con quattro romanzi all’attivo (La Polka, 1998, La Fabrique de cérémonies, 2001, Solo d’un revenant, 2008, L’ombre des choses à venir, 2011 tutti realizzati da éditions du Seuil) e una serie di drammaturgie per il teatro, Kossi Efoui è riuscito a ottenere notevoli apprezzamenti grazie all’originalità del suo stile e ai contenuti inseriti nelle sue opere.
Nato nel 1962 nella cittadina togolose di Anfoin, Kossi Efoui è stato costretto a lasciare il suo Paese dopo la repressione avviata negli anni ’80 dal regime militare contro l’allora movimento studentesco. Questo dramma personale, che lo ha portato a scegliere un esilio volontario, lo ha anche spinto a tracciare nero su bianco storie ed emozioni, tanto da ottenere nel 1989 il Grand Prix Tchicaya U Tam’si al concorso teatrale interafricano per la sua prima pièce intitolata Le Carrefour. Seguono tanti altri prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Prix du Nouveau Talent Radio della SACD nel 1993 e il Grand prix littéraire de l’Afrique Noire 2002 per il romanzo La Fabrique des cérémonies.
Un talento che lo ha premiato anche diventando autore residente presso la Maison du Théâtre et de la Danse a Epinay-sur-Seine e al Centre National des Écritures et du Spectacle (Chartreuse, Villeneuve-lez-Avignon).
Romanziere originale e per taluni provocatore, Kossi Efoui si rifiuta di essere etichettato “scrittore africano”, definizione da lui considerata una sorta di ghetto linguistico e concettuale. In effetti, Kossi è uno scrittore che va oltre i confini africani, perché le sue denunce riguardanti il potere e l’assurdità delle guerre riguardano il mondo intero.
I suoi sono personaggi indefinibili, come anche le storie che narra varcano il tempo e lo spazio. Parla di schiavitù, di abusi di potere, ma anche della capacità dell’uomo di reagire e di fermare i soprusi e le ingiustizie. Parla per esempio dei musicisti della band Staff Benda Bilili, costretti su una sedie a rotelle, capaci di imporre le loro abilità artistiche nei quattro angoli del pianeta, facendo danzare migliaia di persone; o ancora, ricorda il movimento di piazza Tienanmen, in Cina, del 1989, durante il quale un solo uomo ha saputo fermare una fila di carri armati.
Tutto è instabile, non c’è un bianco, né un nero, l’anima e l’uomo sono elementi nomadi, come gli uccelli migratori raccontati nella novella Volatiles (Editions Joca Séria, 2006) le cui tracce sono labili, così come lo sono le radici dell’essere umano.
Finalmente anche in Italia c’è spazio per questo scrittore sensibile e autentico, grazie alla messa in scena della pièce Que la terre vous soit légère, spettacolo che è prima assoluta nazionale, con cui si pone una riflessione sull’idea di libertà.
Silvia C. Turrin
L’articolo è on line anche sul sito di SMA Afriche
Intervista video a Kossi Efoui (in francese):