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Non molto lontano dalle scogliere di Moher, in direzione nord, si trova un tavoliere ampio più di 200 km² di calcare, meglio noto col nome di Burren. Di verde, qui, se ne vede ben poco, sebbene nei mesi primaverili, tra cavità e solchi rocciosi, germoglino genziane e orchidee. Sono fiori che sopravvivono in questo ambiente aspro grazie al particolare microclima dell’area. È un paesaggio brullo, formatosi sotto il mare e poi affiorato in superficie dai movimenti tettonici, che ha affascinato sin da tempi remoti gli antichi abitanti della zona. Nel Burren, oltre a incontrare il dolmen di Poulnabrone, tra i più importanti e meglio conservati dell’Irlanda, datato 2.500 a.C., si possono ammirare le grotte di Aillwee, inquietante labirinto di corridoi che conducono a caverne coperte da stalattiti e stalagmiti.
Il mistero avvolge poi Newgrange. “È riconosciuto come il sito più antico e importante d’Irlanda. Ed è un esempio di sofisticata tomba a corridoio neolitica”, ricorda David Douglas nel volume “L’atlante delle città e dei siti sacri” (Urra-Apogeo Edizioni). Proprio a Newgrange, durante il solstizio d’inverno l’alba illumina l’interno di questo sito rivelando il valore storico di un luogo perfettamente conservato dopo più di cinquemila anni dalla sua costruzione.
L’Irlanda non è solo sinonimo di prati verdi, ma racchiude molte e inattese sorprese.