L’attesa per questo storico incontro tra un virtuoso del sax e un virtuoso non solo delle percussioni era tanta, come pure le aspettative. Immaginavo un concerto pieno di energia, di ritmo, di arrangiamenti sofisticati e mai banali, invece sono stati pochi i momenti alti del live di Jan Garbarek con la sua band e con il maestro indiano di tabla.
La loro performance, inserita nel programma Midsummer Jazz Concerts, è iniziata sotto una pioggia scrosciante. Sono entrata con una ventina di minuti di ritardo, causa traffico per raggiungere Stresa e poi causa il mega acquazzone che ostacolava la visibilità. Mi sono ritrovata nella location del live – cioè il Lungolago “La Palazzola” – e sono rimasta un po’ delusa dalla struttura del palco, piuttosto piccolo e posizionato in una zona un po’ oscura per la presenza di numerosi alberi.
Abituata com’ero alle location francesi dotate di grandi schermi – vedi Marsiglia e Juan Les Pins –, questa disposizione italiana mi ha un po’ delusa, anche per il livello degli artisti che si esibivano, i quali meritavano uno spazio più ampio. L’inizio del live è stato intriso di jazz melodico.
Jan Garbarek non ha dimostrato, almeno in una prima fase, di essere in gran forma.
I tecnicismi, l’improvvisazione e il coinvolgimento emotivo che avevo vissuto a Chiasso nel 2007, li ho assaporati poco nella serata del 20 luglio.
Yuri Daniel al basso non ha dimostrato abilità particolari, mentre il pianista Rainer Brüninghaus mi è parso un tantino egocentrico.
I due momenti davvero indimenticabili della serata sono stati l’assolo di Trilok Gurtu, che ha confermato la sua versatilità e la maestria nel giocare coi suoni e con le percussioni, e il duetto tra lui e Garbarek che si è destreggiato col flauto: un dialogo tra grandi musicisti dal quale si percepiva la stessa passione per il variegato mondo dei suoni.
Il virtuosismo di Trilok Gurtu avrebbe dovuto essere valorizzato di più e Garbarek avrebbe dovuto scegliere arrangiamenti meno melodici. Forse, pensava, siamo in Italia e gli italiani preferiscono la melodia… dimenticando che il jazz non fa rima con suoni lineari e prevedibili.
Silvia C. Turrin
La mia recensione del live di Garbarek tenutosi a Chiasso nel 2007 è consultabile sul sito di Amadeus