Per gli antichi Romani era la “finis terrae”, la fine della terra. Oltre le spiagge, gli scogli, i faraglioni, solo l’ignoto, avvolto da oscure leggende popolate da strane creature marine. Oggi, la Bretagna è semplicemente la terra più occidentale del Vecchio Continente, ma visitandone le città, le foreste, i paesaggi in riva all’oceano si respira un’aria ancora intrisa di mistero. Sembra che in questa regione francese con una propria e forte identità, la realtà terrena conviva armoniosamente con miti arcaici e bizzarri esseri. E tutto questo, grazie alla suggestione della natura.
La foresta di Brocéliande è tra i luoghi-simbolo dell’irreale: è qui che secondo il cosiddetto “ciclo bretone” si svolgono episodi legati alla ricerca del Graal. Nel piccolo borgo di Comper, un castello di pietra rossa accoglie il “Centro dell’immaginario Arturiano”, dove si può conoscere l’epopea della Tavola Rotonda, mentre il villaggio del Folle Pensiero, tra Mauron e Tréhorentec, dà accesso alla Fontana di Barenton, dove si narra avvenne l’incontro tra la fata Viviana e mago Merlino. Passando invece per Tréhorentec, si entra nella Valle senza Ritorno, dove la fata Morgana pietrificava gli amanti infedeli. Ma a prescindere da queste leggende, Brocéliande è uno spazio verdeggiante che invita a rilassarsi e a perdersi nella natura, fra i numerosi laghi (Étang du Pas du Houx; du Château de Comper e altri ancora), gli alberi, alcuni ultracentenari, e una ricchissima avifauna.
Altri paesaggi, suggestivi, sconfinati, aperti sul mare si scorgono lungo le coste bretoni. Pointe du Raz, di fronte all’Île de Sein (nel Finistère), è uno dei punti più spettacolari della regione. Questo sperone roccioso, da cui si ammira l’immensità dell’orizzonte, trova una naturale prosecuzione lungo la costa frastagliata sino a raggiungere il crinale selvaggio della Punta del Van (Pointe du Van): altra zona panoramica da non perdere.
Più a nord, in zona Roscoff, passando per Perros Guirec, sino a Ploumanac’h, domina la costa di Granito Rosa, riconosciuta Patrimonio nazionale, caratterizzata dall’asprezza del litorale, dominato, appunto, dalle sfumature intense del granito, eredità di lenti processi d’erosione che hanno artisticamente creato questo caos, di una bellezza selvaggia, fatto di scogli dalle forme più bizzarre. Percorrendo e visitando le coste bretoni, di certo, non ci si annoia, perché lo spettacolo della natura cattura l’anima. E poi, c’è il fascino delle maree che, due volte al giorno, instancabilmente, svelano distese di sabbia, scogli, spugne, alghe, molluschi, ricci di mare altrimenti sommersi dalle acque. L’alta e la bassa marea sono fonte di vita, trasformano i litorali nell’arco di poche ore. La loro ampiezza, in Bretagna, può raggiungere i 6 metri sulla costa atlantica e i 12 sull’area protesa verso La Manica.
Ci si può fermare in un punto (consigliamo la zona della costa di Granito Rosa) e osservare come il paesaggio cambi in breve tempo, per effetto dell’attrazione della luna. Durante la bassa marea, lungo le spiagge e sugli scogli, è naturale consuetudine vedere gruppi di persone, tra cui numerosi bambini, con in mano una piccola gerla di vimini, a caccia di vongole e granchi. Non a caso il “plateau de fruits de mer” è uno dei piatti principi della gastronomia bretone, che può essere più o meno ricco di scampi, ostriche, gamberetti e altri frutti di mare.
E parlando di cucina, merita di essere citato il “far”, sformato morbido e dolce, un tempo preparato in occasione di particolari ricorrenze, da gustare dopo una passeggiata in una della tante cittadine bretoni piene di fascino, come la cittadella di St. Malo, da visitare percorrendo il periplo delle sue mura, da cui si ammira la valle della Rance e l’orizzonte marino, o Nantes, la città più grande della Bretagna, o la caratteristica Vannes, i cui bastioni e il quartiere attorno alla cattedrale la fanno sembrare ancora un borgo medievale.
E infine non si può dimenticare Carnac, immerso nella campagna bretone, dove si trova un’alta concentrazione di resti megalitici, dolmen, cromlech, tumuli. Da scoprire, magari in compagnia di qualcuno in grado di andare oltre l’apparenza di quell’agglomerato di pietre poste 40 secoli a. C. da antichi popoli, su cui, non a caso, aleggiano ancora infinite leggende.
Silvia C. Turrin
Video by Bretagne Tourisme
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