È una delle poche rassegne italiane che resiste alle mode, all’indifferenza di molti, alle critiche di tanti e alla carenza di fondi. Giunto all’XI edizione, il Festival Ottobre Africano propone incontri e concerti in varie città italiane dedicati all’Africa, partendo dalle voci migranti giunte nel Vecchio Continente
Tutto è partito dalla città di Parma circa un decennio fa, quando l’Associazione di promozione sociale “Le Réseau”, impegnata a creare un ponte comunicativo tra africani e italiani ha deciso di trasformare il mese di ottobre in un periodo dedicato a un continente spesso bistratto e deformato da un punto di vista culturale. Il progetto, poi estesosi in altre città (Roma, Reggio Emilia e Milano), dà voce ai migranti provenienti da vari angoli dell’Africa. Quest’anno, grazie al patrocinio di vari Enti e istituzioni pubbliche, oltre che di Fondazioni e Associazioni, la manifestazione si è ingrandita, riuscendo a diversificare e ad accrescere le proposte culturali. Il programma è infatti molto ricco, con eventi che vanno dal 6 al 27 Ottobre 2013, dedicati al cinema, alla danza, alla musica e alla letteratura.
Importante la presenza di Cecile Kashetu Kyenge, Ministro dell’Integrazione che venerdì 11 ottobre, alle ore 19 presso il Teatro comunale di Felino (Parma) parteciperà alla conferenza “Educare contro il razzismo”. Tema ancora purtroppo attuale, in un’Italia in cui si ritrovano gruppi estranei al multiculturalismo e all’apertura delle frontiere, che hanno dato prova di un’incommensurabile ottusità criticando lo stesso Ministro Kyenge con parole razziste assurde, vergognose e arroganti. Fondamentale quindi il tema della formazione dei più piccoli verso una prospettiva esistenziale aperta, non offuscata da falsi e infondati pregiudizi.
A livello letterario, diversi gli scrittori meritevoli di segnalazione, tra cui Alain Mabanckou. Nato nel 1966 nella cittadina portuale di Pointe-Noire (Repubblica del Congo), questo poeta e romanziere vincitore di vari prestigiosi riconoscimenti – dal premio Renaudot al Gran Premio dell’Académie française – ha oltrepassato diverse frontiere, non solo geografiche, ma anche accademiche. Dalla specializzazione in diritto passa alla sua vera passione, la letteratura, scrivendo romanzi e poesie di successo. Opere che incontrano il favore di pubblico e critica, tanto da venire tradotte in varie lingue, tra cui l’ebraico e il coreano. In Italia fra gli altri, sono usciti Black bazar (66th and 2nd Editore), amaro, ironico e autobiografico ritratto del melting pot di africani in Francia, e Domani avrò vent’anni (66th and 2nd Editore), con protagonista il piccolo Michel, un bambino che negli anni Settanta vive a Pointe-Noire, tra sogni, speranze in uno sfondo socio-politico irrequieto. In occasione del Festival Ottobre Africano, Alain Mabanckou presenterà il suo libro Zitto e muori, domenica 6 Ottobre alle ore 18 presso il Tempory Palazzo – Palazzo Della Rosa Prati (Parma).
Altro scrittore di rilievo internazionale è il beninese Florent Couao-Zotti, classe 1964. Oltre che giornalista e novellista, Couao-Zotti, nato a Pobé, poi trasferitosi in Francia, è anche drammaturgo e sceneggiatore. Con la pièce Ce soleil où j’ai toujours soif (L’Harmattan, 1995) ha iniziato il suo percorso nel mondo del teatro ottenendo rilevanti encomi. L’unico suo libro tradotto in italiano è Si la cour du mouton est sale, ce n’est pas au cochon de le dire (Le Serpent à plumes editore , che ha ottenuto il Premio Ahmadou-Kourouma 2010), uscito col titolo Non sta al porco dire che l’ovile è sporco (66th and 2nd), un noir-pulp ambientato in una Cotonou carica di oscuri intrecci.
Tra le protagoniste femminili del Festival, non si può non citare Odile Sankara, il cui cognome rivela davvero la parentela con il grande rivoluzionario che ha reso indipendente l’ex Alto Volta, l’attuale Burkina Faso. Con una personalità differente rispetto al famoso e compianto fratello, Odile, riservata e a tratti introspettiva, porta avanti la sua rivoluzione di donna africana attraverso il teatro. Ben nota è la sua interpretazione di Medea, una tragedia classica riletta da un punto di vista africano, ambientata in un campo di rifugiati. Odile Sankara parlerà di “arte come mezzo di cambiamento sociale” lunedì 21 ottobre, ore 17, alla Casa delle Letterature (Roma); con lei ci saranno anche Fiorella Mannoia, madrina del Festival, e Gabin Dabiré, noto musicista burkinabè, da anni in Italia.
Tanti incontri, quindi, che hanno come fulcro l’Africa, terra variegata i cui figli, in patria o all’estero, rivelano una fervida e multiforme creatività
Silvia C. Turrin
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