«Ciò che di recente è diventato evidente è stato il tentativo del FMI di sfruttare queste difficoltà con lo scopo di interferire nell’amministrazione della nostra economia. La Tanzania non è disposta a svalutare la sua moneta solo perché questa è la classica soluzione a ogni cosa trovata dal liberismo e senza tener conto la nostra posizione. […] Il mio governo non è disposto a rinunciare al nostro tentativo nazionale di provvedere all’educazione primaria per ogni bambino, alle medicine di base e all’acqua per il nostro popolo. Tagli dovranno essere fatti sulla nostra spesa nazionale, ma spetta a noi scegliere se farli ricadere sui servizi pubblici o sulle spese private. Quando un organismo internazionale come il FMI ci rifiuta l’accesso al credito internazionale e alla sua disponibilità eccetto che alla condizione che noi rinunciamo alla nostra determinazione e sovranità politica, ci vediamo costretti a non chiedere più quel prestito».
Queste parole pronunciate nel 1980 da Julius Kambarage Nyerere rivelano già il coraggio, la dignità e il senso di giustizia che ha sempre contraddistinto l’operato del primo presidente della Tanzania. È stato Nyerere a rendere il Tanganica indipendente, liberandosi dalle catene del colonialismo inglese senza alcun spargimento di sangue. È stato lui il principale architetto della creazione della Tanzania, attraverso l’unione del Tanganica con Zanzibar. Mwalimu, cioè “il Maestro” in lingua kiswahili, come viene ancora chiamato Nyerere, si è sempre battuto contro le ingiustizie, contro il razzismo in Africa e ovunque nel mondo, ha portato avanti tante battaglie internazionali per i diritti umani e per far valere la voce dei popoli del Sud del mondo, quindi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina.
La sua essenza di politico, di educatore, di difensore dei più deboli è descritta nel volume Africa’s Liberation: The Legacy of Nyerere, curato da Chambi Chachage e Annar Cassam (Pambazuka Press, 2010). Strutturato in diversi capitoli tematici, il libro non ha uno stile biografico, piuttosto analizza l’operato e soprattutto l’eredità lasciata da un grande statista e intellettuale africano. I vari analisti spiegano il ruolo di Nyerere nelle lotte di liberazione di vari paesi africani, il suo ruolo di primo attore nel Commonwealth, il suo progetto di socialismo africano slegato dal capitalismo occidentale e dal marxismo sovietico. Emerge la sua figura di educatore, di maestro: «L’educazione è la liberazione dell’uomo dai vincoli e dalle limitazioni dell’ignoranza e della dipendenza. La formazione deve accrescere la libertà fisica e mentale degli uomini, per aumentare il loro controllo su se stessi, sulla propria vita, e sull’ambiente in cui vivono». La sua statura morale, la sua politica di unità nazionale – la Tanzania è uno dei pochissimi Paesi africani a non aver mai conosciuto guerre civili, né lotte etniche interne – il suo ruolo di mediatore nei conflitti, la sua strenua critica nei confronti del FMI, della Banca Mondiale e del neoliberismo del Nord del mondo lo rendono una figura senza tempo, attuale, contemporanea, che manca all’Africa e al mondo. Nonostante Mwalimu sia deceduto nel 1999 a causa della leucemia la sua voce saggia aleggia ancora nell’aria, per chi vuole ascoltarla…
Recensione di Silvia C. Turrin©
Africa’s Liberation: The Legacy of Nyerere
curato da Chambi Chachage e Annar Cassam
Pambazuka Press
2010
Pagg.197
Paperback – £12.95
PDF – £7.95