Era il 1984… non ero ancora adolescente, ma quell’anno una compilation mi ha ispirata e “istruita” a livello musicale. Tanti gli artisti selezionati in quella raccolta, dai Simple Minds agli Ultravox, da Cindy Lauper a Mike Oldfield, da Al Stewart agli Yazoo. C’era anche un certo Lou Reed con una song intramontabile, straordinaria “Walk on the wild side”…
Non sono mai stata una sua accanita estimatrice, ma voglio ricordarlo in questo spazio web per l’importante contributo che ha iniettato nella musica Rock (oggi un genere ormai “estinto”, solo pochi artisti al mondo si possono definire davvero musicisti rock, come i Pearl Jam).
È stato lui che ha ispirato il Duca Bianco (David Bowie) nella dimensione teatrale e sonora; è stato Lou Reed a raccontare il lato oscuro della Big Apple e dell’America conformista dei ben pensanti, ipocriti e bigotti…
Dei tanti album composti da Lou Reed (inclusi quelli coi Velvet Underground), il mio punto di riferimento rimane Magic and Loss del 1992, un disco caso vuole dedicato proprio al tema della morte…
Reed aveva perso nel giro di un anno due amici malati da tempo di cancro e per esorcizzare i fantasmi e il dolore ha concepito questo splendido lavoro, Magic and Loss. La morte è da lui considerata una parte della Vita ed è questa la Magia, il fatto che non esista dualità o separazione, trattandosi di un ciclo di inizio e di fine e poi ancora di un nuovo inizio.
Non puoi avere quella magia senza la perdita… non puoi apprezzare la vita senza la morte.
“Quando il passato ti fa ridere
e puoi assaporare la magia
che ti fa sopravvivere in battaglia
scopri che quel fuoco è passione
e che più avanti c’è una porta
e non un muro”
da Magic & Loss
***
…già più avanti non ci sono (più) barriere, frontiere, controlli, ma una porta che conduce là dove luce e ombra convivono essendo parte della stessa realtà…
What’s good (what’s good)
what’s good (life’s good)
Life’s good (life’s good)
what’s good (life’s good)
but not fair at all