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Pascale Marthine Tayou, esploratore d’immagini

È tra gli artisti africani più apprezzati e noti al mondo, sempre attento a coniugare la cultura contemporanea con il linguaggio del continente nero.

Nato nel 1967 in Camerun, a Yaoundé, Pascale Marthine Tayou è un’artista “per caso”. Ha studiato legge, ma, ha affermato, «sono curioso di natura». Così ha iniziato a confrontarsi con l’arte ottenendo giudizi positivi anche oltre i confini africani. La sua vita è scandita da fluttuazioni, cambiamenti e tanti percorsi, già a partire dal suo nome.

Nasce come Jean Apollinaire Tayou, ma la passione per l’arte lo trasforma in Pascale Marthine Tayou, come oggi è conosciuto in tutto il mondo. La sua biografia non è ben chiara, forse volutamente l’ha voluta continuamente mutare per gioco. Alcuni affermano che sia nato nel ’66 altri nel ’67.

Anche il suo percorso di studi è vago, scandito dall’interruzione del corso di legge e poi dai numerosi viaggi nei quattro angoli del mondo. Tayou diventa popolare con le esposizioni in Europa, in particolare in Germania, Francia e Belgio, paese dove attualmente vive.

L’artista di arti plastiche camerunense viene notato da Nicholas Bourriaud, tra i più importanti e acuti critici d’arte contemporanea. Francese, Bourriaud ha diretto in modo brillante il Palais de Tokyo, con esposizioni di alta qualità e con un’organizzazione sperimentale di successo. Grazie al suo interessamento e a quello di altri critici d’arte, il nome di Tayou entra nei grandi atelier, nei musei di tante capitali e in tutti quei luoghi dove l’arte è anche sinonimo di esperimento.

pascale marthine tayou 2La sua è un’arte plastica, in quanto modellabile e mobile: egli realizza sculture, installazioni, disegni, video dove si esprime il rapporto, a volte conflittuale, tra villaggio globale e villaggio locale. Quella di Tayou è anche un’arte in movimento, che riflette la dualità fra spostamento e permanenza, fra l’esperienza del viaggio e l’esperienza della stanzialità.

Le sue opere sono il frutto di acute analisi culturali, sociali e storiche. Per esempio Colonial Erection è costituita da una pila di bandierine dei Paesi africani, che formano semplicemente un ammasso di un qualche cosa, ma non un’entità vera e propria.

Colonial Erection simboleggia l’eredità funesta della Conferenza di Berlino (1884-1885), di cui si osserva il lascito negativo ancora ai nostri giorni, osservando la politica disorganizzata dell’Unione Africana.

pascale marthine tayou plastic bagsAltrettanto forte è l’opera Plastic Bags, enorme installazione alta quasi dieci metri, composta da variopinti sacchetti di plastica. Il risultato sembra un grande mondo, un po’ deforme, fondato sull’uso di oggetti inquinanti e globalizzanti.

Un oggetto materiale così comune e simbolo del consumismo si trasforma in espressione artistica, la cui lettura rimane soggettiva. Plastic Bags la si può ammirare sino al 10 febbraio 2013 al MACRO, Museo d’Arte Contemporanea di Roma.

Particolarmente suggestiva è l’esposizione “Collection privée” organizzata al Parc de la Villette di Parigi sino al 30 dicembre 2012, un percorso suggestivo nell’immaginario dell’artista.

Troviamo l’opera Home Sweet Home B del 2012, realizzata con tronchi d’albero, gabbie per uccelli, statue, cavi, installazione sonora; e poi ancora La Danse des ventilateurs, e L’Agora costituita da sedie, mortai e altri oggetti.

“Collection privée” e le altre installazioni Pascale Marthine Tayou conducono il visitatore in un luogo quasi fiabesco, dove la materia si unisce ai sogni e alle contraddizioni del mondo reale.

Silvia C. Turrin
L’articolo è on line anche sul sito di Afriche SMA

 

Sito ufficiale dell’artista

Informazioni sul Parco la Villete di Parigi e sulla mostra Collection privée

Video intervista a Pascale Marthine Tayou (in francese)

 

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