Sino al 29 aprile 2012 è allestita presso il MAXXI Architettura di Roma la mostra Re-Cycle, sorta di mappa artistica che descrive vari modi e idee per riciclare oggetti e simboli della società contemporanea. All’interno di questa esposizione troviamo lo spazio denominato “Permanent Error”, in cui si svela un volto dell’Africa che dovrebbe far riflettere la società occidentale dei consumi.
Nella sezione “Permanent Error” sono raccolte 27 fotografie scattate da Pieter Hugo nella baraccopoli di Agbogbloshie, in Ghana: luogo definito la Sodoma e Gomorra per le dure condizioni esistenziali che lo caratterizzano. Agbogbloshie, situata alla periferia della capitale Accra, negli ultimi anni è diventata un’immensa discarica dei prodotti elettronici dismessi dalle ricche società europee e americane.
In questa terra di nessuno, dove non esistono né regole, né dignità umana, vengono assiepati gli scarti hi-tech dell’opulente occidente: computer, vecchi monitor, pc portatili, schede madri. Il 70% delle milioni di tonnellate di rifiuti elettronici buttate da europei e statunitensi ogni anno finiscono nei paesi del sud del mondo. Un’alta concentrazione di questo materiale è depositato in alcuni stati africani, in particolare in Nigeria, in Costa d’Avorio e appunto in Ghana.
Il fotografo sudafricano Pieter Hugo ha voluto documentare con i suoi scatti il cinismo delle società occidentali verso un’Africa considerata come discarica del mondo, una terra di poveri verso cui mandare oggetti di scarto. Le persone disperate, povere, che vivono attorno alla capitale Accra, giungono ad Agbogbloshie per tentare di riciclare questi rifiuti provenienti da Europa e Stati Uniti. È così che computer e altri oggetti tecnologici vengono smontati, alcuni addirittura bruciati, per ottenere rame, ottone, alluminio, zinco e componenti che possono poi essere rivenduti.
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