L’Africa è un continente immenso, variegato, abitato da tanti popoli che hanno forgiato diverse culture. Eppure, da nord a sud, troviamo alcuni elementi che accomunano questo grande mosaico etnico e tra questi elementi figura certamente la tradizione orale. Le vicende di un villaggio, antiche epopee, leggende, proverbi che racchiudono la sapienza degli anziani sono raccontati oggi, come in passato, dai cantastorie.
Questi personaggi sono depositari delle tradizioni e delle conoscenze del villaggio e della regione dove risiedono. Definiti anche “biblioteche viventi” i cantastorie creano un ponte tra le nuove e le vecchie generazioni, tra il passato e il presente di un popolo. Incarnano la cultura orale che appunto accomuna il nord e il sud del continente africano: in Africa occidentale vengono chiamati griot, in Camerun mwet e in Sudafrica imbongi.
Il cantastorie contemporaneo ha la funzione importante di mantenere in vita di generazione in generazione racconti che appartengono alla comunità, al fine di non perdere una patrimonio orale immenso e prezioso. All’interno di questa ricchezza orale figurano le fiabe, colorate allegorie che insegnano ai più piccini – ma anche ai grandi – quella saggezza che va oltre i confini del tempo e delle culture. Racchiude proprio questa sapienza imperitura il volume Le mie fiabe africane selezionate accuratamente dal padre del Sudafrica democratico e libero, Nelson Mandela.
Madiba, come viene affettuosamente chiamato dai suoi connazionali, ha dedicato la sua intera esistenza alla lotta contro il razzismo e l’apartheid imperante in Sudafrica dal 1948 al 1994. Premio Nobel per la pace, Mandela incarna la perfetta sintesi tra modernità e tradizione: con le sue scelte politiche ha avuto uno sguardo lungimirante e al contempo ha saputo conservare le tradizioni tipiche della sua terra natia e dell’intero continente africano.
Questa salvaguardia delle tradizioni è racchiusa anche in questo libro (edito dalla Feltrinelli, uscito nel 2012 nella collana Universale Economica), in cui Mandela ha selezionato le fiabe africane più espressive, toccanti, formative, adatte per tutti i bambini a prescindere dalle radici culturali di origine. Giocando su personaggi allegorici, e quindi sui simboli che sono forme archetipiche, queste fiabe raggiungono la fantasia del lettore, trasportandolo in un mondo apparentemente lontano, ma che invece è molto vicino proprio grazie alle metafore in esse contenute.
Figure come la lepre, il leone, il serpente racchiudono profondi simbolismi comprensibili da ogni bambino, ad ogni latitudine del globo. I vari racconti mettono anche in luce la ricchezza culturale del continente africano, preservata attraverso il ruolo dei cantastorie. Come scrive Mandela nella Prefazione: «Il mio desiderio è che in Africa la voce del cantastorie possa non morire mai, e che tutti i bambini africani abbiano la possibilità di sperimentare la magia dei libri senza smarrire mai la capacità di arricchire la loro dimora terrena con la magia delle storie».
Le fiabe scelte da Mandela provengono da tanti Paesi dell’Africa: Tanzania, Zimbabwe, Botswana, Marocco, Nigeria, Lesotho, Kenia e naturalmente Sudafrica. Questi racconti divertono piccoli e grandi, alimentano l’immaginazione, e ai lettori fanno conoscere tradizioni, elementi materiali e paesaggistici dell’Africa. Le mie fiabe africane è un testo che non solo dovrebbe essere letto da tutti i genitori ai propri figli, ma che dovrebbe anche essere inserito in ambito scolastico, a cominciare dalle scuole materne, per aprire le menti dei più piccoli a mondo davvero libero, pieno di culture, di voci e di colori.
Silvia C. Turrin
L’articolo è on line anche sul sito di SMA Afriche
Nelson Mandela
Le mie fiabe africane
Feltrinelli (collana Universale economica)
Pagg.172
€ 8,00