Ben-essere Musica e Musicoterapia

Verena Schmid, un invito ad apprendere la maternità

Ha scritto diversi illuminanti libri. Tutte le donne, prima e dopo il parto, dovrebbero almeno leggere qualche suo scritto, perché le sue parole e consigli recuperano il vero senso della maternità (e non solo). Verena Schmid è da oltre vent’anni che si dedica al lavoro di ostetrica, inteso non semplicemente come professione clinica. La Schmid ha infatti sempre creduto nelle donne che desiderano partorire in casa ed è proprio lei una sostenitrice di un ritorno alla vera maternità, tanto da voler fondare, a Firenze, l´associazione “Il Marsupio” dedicata interamente al parto a domicilio. Verena Schmid è poi l’artefice della scuola di arte ostetrica, un centro educativo unico nel suo genere, poiché unisce antichi saperi – come l’arte di raccontare esperienze di parto – a conoscenze più teoriche e moderne. Il fulcro rimane tuttavia lo scambio di conoscenze da ostetrica a ostetrica, e da ostetrica a future madri.

Nel bel libro “Apprendere la maternità” (Urra edizioni, 2010), Verena Schmid spiega bene i fattori che l’hanno spronata a portare avanti questi suoi progetti. Scrive infatti nella Prefazione: «Il parto non è più spontaneo, naturale, guidato dai canali biologici, dalle competenze naturali delle donne, né condiviso socialmente. Si è trasformato in un evento medico, tecnologico, isolato, di fronte al quale anche le donne fortemente acculturate capitolano impotenti e si consegnano nelle mani di chi secondo loro “sa”. Lo stesso succede anche nelle altre fasi di passaggio dei cicli femminili: menarca, menopausa, sessualità». Sono parole quanto mai vere. Basta considerare i dati del parto cesareo – anch’esso forma non naturale nel momento importante della maternità, in quanto si ricorre a un intervento chirurgico. È risaputo che in Italia sono troppi i tagli cesarei: nel solo 2008, il 38% del totale dei parti era cesareo, con una percentuale maggiore al Sud e nei centri nascita privati (61% nelle case di cura private accreditate e 75% in quelle non accreditate) rispetto a quelli pubblici (35%), secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità.

Queste cifre rafforzano e valorizzano ancor di più il lavoro intrapreso da Verena Schmid, attraverso la riscoperta del parto in casa, un evento importante nel ciclo vitale-esistenziale di una donna, purché affrontato con la giusta consapevolezza. Ecco perché la Schmid afferma che: «La medicalizzazione fa dei cicli di cambiamento, della maternità un problema e propone una soluzione medica che non può che compromettere la salute femminile in senso lato e inibire l’espansione del femminile. Nella visione salutogenica i cicli di cambiamento, in particolare la maternità, sono risorsa, momento di attivazione di nuove forze dove la psiche cresce e il corpo cambia, per poter far fronte ai nuovi compiti che aspettano le donne. Queste forze, se attivate, non diventano soltanto disponibili per le donne stesse, ma rappresentano un’iniezione di creatività nella società, una società oggi piatta, lineare, proiettata a risultati a breve termine a scapito del futuro, che necessita di una visione ciclica della vita».

All’interno di questa visione salutogenica, è importante anche l’utilizzo della musica, che aiuta a sciogliere le tensioni corporee ed emotive. Se utilizzata insieme ad alcuni interventi

periferici (massaggi, uso dell’acqua, impacchi, movimento), il ricorso all’audioanalgesia, cioè l’ascolto di musica o suoni, aiuta a ridurre la percezione del dolore, trasformandosi così in un efficace intervento di musicoterapia. Verena Schmid si avvale nel suo lavoro della musica, indicando esercizi a future mamme che aiutano ad attivare un processo di rilassamento: per esempio, invita a emettere suoni lenti e profondi oppure propone di ascoltare suoni prodotti dal bastone della pioggia, o dal gong. Non solo l’ascolto, ma anche l’uso della voce è fondamentale nella maternità e nelle tecniche di rilassamento, sostiene la Schmid. In merito, ricorda le maggiori scuole sull’uso della voce nella maternità, che sono: la scuola del canto carnatico, introdotto in Europa da Frédérick Leboyer, e la scuola di Psicofonia, iniziata da M.L. Aucher a Phitiviers con Michel Odent. La prima recupera la musica indiana attraverso l’uso dei raga, che agiscono a livello psichico ed emotivo. La seconda si basa sul lavoro compiuto dalla Aucher sulle corrispondenze vibratorie tra i suoni e il corpo umano (si veda l’articolo dedicato alla psicofonia apparso in questa Rubrica). Anche dall’esperienza e dalle ricerche condotte da Verena Schmid si evince quanto sia importante l’impiego della musica e dei suoni per stimolare un ben-essere fisico ed emotivo.

 Silvia C. Turrin

Articolo on line anche sul sito di Amadeus

Per approfondire:

Verena Schmid
Apprendere la maternità. Le nuove sfide di oggi, tra natura e cultura
Urra- Apogeo edizioni, 2010
Pagg. 384
Euro 18,00

 

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