Per Vivere lo Yoga avevo realizzato un articolo dedicato interamente all’Alimentazione Biologica e avevo inserito un box con Intervista a Simona Vignali, naturopata, nutrizionista, insegnante di discipline naturali, ayurveda e massaggio ayurvedico, autrice di vari libri sulla salute e il benessere, tra cui “Manuale moderno di naturopatia” (Red Edizioni, 2010) e Manuale moderno di alimentazione naturopatica” (Red Edizioni, 2011).
Di seguito l’intervista (per l’articolo completo dal titolo L’alimentazione Biologica: una scelta consapevole, salutare e rispettosa della natura si veda Vivere lo Yoga n. 46)
Cosa si intende davvero per alimentazione sana e naturale?
«Per rispondere bisogna partire da due concetti. Il primo è quello dell’alimentazione naturopatica; essa si basa su due principi fondamentali: deve rispettare le caratteristiche biologiche degli esseri umani in generale e deve rispettare la biodiversità della persona, rendendo il nutrimento adatto alle sue esigenze specifiche. L’alimentazione naturopatica è, in poche parole, l’esatto contrario di quella industriale. L’alimentazione naturopatica prevede cibi semplici. Una buona regola è sapere sempre di cosa è fatto il cibo che mangiamo. Sembra facile detto così, ma spesso acquistiamo prodotti alimentari senza leggere l’etichetta, oppure non sappiamo che insieme agli ingredienti segnati ce ne sono molti altri nascosti. L’ideale sarebbe fare i cibi in casa il più possibile, e oggi con l’aiuto della tecnologia è semplice: per esempio si impiega meno tempo a mettere gli ingredienti nell’impastatrice e a fare cuocere automaticamente il pane, che ad andare a comprarlo al panificio.
L’altro concetto fondamentale è l’alimentazione consapevole. Ogni giorno bisognerebbe nutrirsi in maniera non casuale, e orientare le proprie scelte verso cibi con le seguenti caratteristiche:
Nutrienti – che forniscono tutte le sostanze necessarie, facendo attenzione alle percentuali di zuccheri e grassi, e ricordandosi di inserire molte proteine e fibre vegetali.
Digeribili – combinati in maniera adeguata, per facilitare la digestione e non appesantire lo stomaco.
Non inquinati – liberi da sostanze tossiche, chimiche, additivi e conservanti dannosi, pesticidi, alterazioni genetiche di tipo Ogm».
È meglio preferire i prodotti dei produttori locali a km 0?
«Certo. Il cibo fresco è sempre preferibile a quello conservato, perché mantiene ancora in sé la parte enzimatica, vitaminica e minerale che lo rendono adatto a nutrire i nostri processi biologici. Se la conservazione non è adeguata, però, il cibo fresco si degrada e perde le sue proprietà benefiche. Per questo la filosofia dei Km 0 è valida non solo dal punto di vista ambientale, per ridurre l’inquinamento, ma anche per garantire cibo più fresco e meno conservato».
Per quanto riguarda le verdure, è meglio scegliere una dieta orientata più sul crudismo che sulle verdure cotte?
«Meglio optare per le verdure crude a pranzo, magari come prima vivanda per apportare enzimi, vitamine e minerali. Quindi verdure cotte a cena, per un giusto apporto di fibre che aiutano l’intestino il mattino successivo».
Può dare uno o due consigli ai nostri lettori?
«Segnalo con piacere la regola della bisnonna: al supermercato, non comprate nulla che riporti in etichetta più di cinque ingredienti; nulla che non capiate di cosa sia fatto o che la vostra bisnonna non saprebbe riconoscere.
Un altro consiglio che vorrei offrire è: mangiare solo dopo avere digerito completamente il pasto precedente. Ogni fase della digestione richiede l’intervento di specifici enzimi digestivi, che si attivano seguendo un ordine e una logica precisa. Non va bene introdurre nello stomaco cibo non ancora digerito insieme a cibo già in fase di digestione, perché crea un miscuglio che provoca ristagni di tossine e può causare mal di testa, pesantezza gastrica o gonfiore intestinale».