È un villaggio che sembra essere rimasto sospeso nel tempo. A Oppède le Vieux, il frastuono e la frenesia di tante città non esistono. Tutto conduce a una profonda quiete.
Le sue origini risalgono all’epoca medievale, sebbene vi siano ipotesi di un preesistente oppidum più remoto. Questo borgo, situato nell’incantevole zona del Luberon, a soli 30 minuti da Cavaillon e distante pochi chilometri dalle graziose cittadine di Lacoste e di Ménerbes, è arroccato su una collinetta immersa nel verde. Da qui la denominazione di village perché. Per raggiungerlo si parte dalla parte pianeggiante, attraversando Oppède “inferiore” dove, nel corso dell’800, si trasferirono gran parte degli abitanti del vecchio villaggio.
Dalla zona di Oppède-les-Poulivets si procede salendo, fino ad arrivare a un piccolo parcheggio, dove, in alta stagione turistica, se si giunge in auto si paga una modica cifra al custode. Da qui inizia un facile percorso che permette di addentrarsi nella foresta, e tra un passo e l’altro si conoscono le specie vegetali presenti nel territorio. Questa scoperta della vegetazione locale è facilitata da una serie di cartelli segnaletici che indicano il nome di erbe e piante: tra queste troviamo il rosmarino, il ciliegio, il ligustro comune, il sorbo montano, il pioppo bianco, la ginestra e l’albero della nebbia.
Man mano che si sale si arriva all’area di Sainte-Cécile, un tempo luogo utilizzato per la trebbiatura (la battitura dei cereali con cui si separano i semi dagli involucri della spiga). Il cammino permette di entrare nella storia del luogo. Oppède le Vieux un tempo fu fortezza medievale edificata su uno contrafforte roccioso. Durante la bassa stagione turistica, il borgo appare semideserto, popolato da gatti, qualche visitatore e pochissimi abitanti. Qui parlano le pietre grigie delle case e le rovine di molti edifici.
Il villaggio ha in sé un fascino singolare. Costruito a 240 metri di altezza su un promontorio, Oppède è per gli animi romantici, per chi cammina a passo lento e vuole respirare atmosfere antiche. Il passato di questo luogo si rivela pienamente salendo dalla piazza centrale verso il castello feudale, costruito dal conte Raymond VI di Toulouse. La storia di Oppède sembra quella di altri borghi simili, abbandonati poiché posizionati su un’altura, quindi lontani dalla cosiddetta civiltà. La parte nuova di Oppède, nel fondovalle, è anonima e priva di particolari attrazioni, ma la zona vecchia conserva una bellezza suggestiva e pittoresca.
Attorno alla piazza centrale le case in pietra sono state riqualificate, ma ancora molto c’è da fare per restaurare la parte nord del vecchio villaggio. A cominciare dalla collegiale Notre Dame Dalidon, edificata tra i secoli XI e XVI su un contrafforte di pietra da cui si ammira il panorama della valle di Coulon e la cittadina di Ménerbes. La collegiale, inclusa in un ampio progetto di ristrutturazione, è chiamata Dalidon, nome che verrebbe dal latino dolidus che significa “dolore”. Inoltrandosi nelle viuzze e salendo su pioli in pietra, talvolta precari, si scopre questo antico borgo, che sembra essere stato scolpito nella roccia, immerso nel Parco naturale regionale del Luberon.
Testo e Foto di Silvia C. Turrin
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