Tanti fiori ci annunciano il ritorno della bella stagione. Oltre alle mimose e alle violette, anche le primule sono tra le prime manifestazioni floreali a spuntare nel sottobosco quando la terra è, in parte, ancora dormiente.
Con il loro colore giallo tenue, le primule hanno un valore ornamentale speciale, perché annunciano l’arrivo della primavera: il nome stesso lo esprime, derivando dal latino “prima vera“. Proprio per questo simboleggiano il rinnovamento.
Il risveglio di Madre Terra
Il suo nome, collegato a “primus”, ci rivela come la primula annunci il risveglio della Madre Terra dopo il lungo inverno. Non è un caso che sia associata anche alla speranza e alla fertilità. È talmente amato come fiore che ne sono state create di nuove varietà. Nei giardini si ammirano primule dalle differenti tonalità – blu, rosso, rosa, bianco – e ognuna è messaggera di gioia.
La Primula veris è la più comune in natura.
Le primule non soltanto sono belle da vedersi, ma sono anche edibili. Si possono gustare aggiungendole alle insalate, ai dessert… anche le loro verdi foglie croccanti ricche d’acqua possono per esempio accompagnare frittate.
Santa Ildegarda di Bingen nel suo “Giardino della Salute” evidenziò le proprietà benefiche della primula, considerata adatta per trattare la malinconia.
Collegate a questo fiore vi sono diverse leggende, miti e tradizioni. Per esempio, si ritiene che la primula favorisca l’ispirazione e la creazione artistica: le sue foglie e i suoi petali lasciati leggermente esiccare e poi polverizzati, contenuti in una piccola scatola posta su una scrivania o vicino a un cavalletto, si dice che rappresentino l’amuleto per eccellenza per pittori e scrittori.
Il simbolismo della primula
La Primula viene detta anche “fiore della chiave”, in quanto associata a una storia che viene trasposta con differenti variazioni. Una versione racconta di San Pietro, custode delle chiavi del Paradiso. Chiavi con cui apre la porta del cielo ai defunti. Quando bussò alla porta del cielo il diavolo, Pietro si spaventò moltissimo e per lo sgomento lasciò cadere il mazzo di chiavi sulla terra e qui, narra la leggenda, le chiavi del Paradiso si trasformarono in un mazzetto di primule.
Un’altra versione della storia ha sempre come protagonista San Pietro, che, in questo caso, volontariamente gettò dal cielo le chiavi del Paradiso appena seppe che il Signore ne aveva fatto creare delle altre. Le chiavi lanciate da San Pietro caddero sulla terra, e qui spuntò la prima Primula vieris. Secondo la tradizione popolare, proprio questo fiore giallo ricorderebbe le chiavi di San Pietro.
Il collegamento tra la primula e il simbolo della chiave non è un caso.
La chiave rappresenta un’apertura: è un oggetto che apre sempre qualcosa e quel qualcosa può rappresentare un rinnovamento interiore.
Ecco che la fioritura delle primule ci invita, da un lato, a rinnovarci e ad accogliere il nuovo, dall’altro, ci invita ad aprirci e a risvegliare nuove parti di noi.
La Primula è perciò associata alla Pasqua, alla “risurrezione”.
A livello energetico favorisce equilibrio e anche radicamento. Aiuta ad allontanare le energie negative.
Meditare con questo fiore
La Primula, con il suo gioioso colore giallo, ci suggerisce in modo delicato di “risorgere”, di risollevarci, di riprenderci dalle ferite dell’anima e di rimettersi in cammino con slancio e con nuove energie.
Osservando con presenza mentale le forme e il colore della primula
puoi pronunciare mentalmente o a voce
la seguente affermazione:
“Percepisco l’energia del rinnovamento.
Grazie al risveglio della natura avverto dentro me la voglia di rinascere.
Il giallo tenue della primula mi infonde calma e al contempo gioia.
In questo periodo pasquale risorgo
e mi apro al nuovo”.
Buona Pasqua,
Silvia C. Turrin
Altre meditazioni con i fiori le puoi leggere
nel libro dedicato proprio a questo tema