Nella filosofia tradizionale cinese centrale è il concetto di Chi, scritto anche Qi, ovvero l’energia vitale che ogni creatura ha in sé. Se vi è equilibrio tra le forze Yin e Yang presenti nel corpo, nella mente e nello spirito di ogni essere, il Chi è libero di fluire, generando una buona salute psicofisica. A questi principi s’ispirano varie discipline orientali, tra cui il Qi Gong e il Feng Shui. Una delle più diffuse e popolari anche in Occidente rimane il Tai Chi Chuan, ovvero “la via della suprema armonia”, le cui sequenze codificate di gesti morbidi e lenti lo trasformano in una meditazione in movimento, che riattiva e regola la circolazione del Chi. Alan Watts, studioso di filosofie orientali, afferma che il Tai Chi è “la dimostrazione pratica del più sottile dei principi taoisti conosciuto come wu-wei. Questa espressione può essere tradotta come non azione, ma il suo reale significato indica un’azione compiuta senza sforzo, ossia lo spostarsi seguendo il fluire del corso della natura che viene identificato con il termine Tao e che può essere meglio compreso attraverso l’osservazione del movimento dell’acqua”.
Si può andare ben oltre la semplice osservazione, appena ci si immerge davvero nel flusso del bene più prezioso che abbiamo sulla Terra: l’acqua, indispensabile fonte di Vita. Se si pratica la meditazione in movimento avvolti e accarezzati da questo liquido impalpabile si percepisce la pura essenza del Tao e si sperimentano benefici che vanno oltre il livello fisico-mentale, raggiungendo la più profonda dimensione interiore. Questo è possibile praticando l’Ai Chi, un nuovo metodo elaborato nel corso degli anni Novanta in Giappone, che combina le proprietà benefiche degli esercizi in acqua agli effetti positivi derivanti dal Tai Chi Chuan.
La danza del cuore
“L’Ai Chi è un bodywork completo che riunisce il lavoro sul respiro al movimento consapevole, alla meditazione, all’ascolto profondo di sé stessi. È una pratica facile e piacevole che si può fare a tutte le età”, sottolinea il suo ideatore, Jun Konno, fondatore dell’Aqua Dynamics Institute di Yokohama, da decenni trainer di nuoto, al quale sono stati assegnati vari riconoscimenti, tra cui la medaglia di merito dal Comitato Olimpico delle Filippine per il suo ruolo di allenatore della nazionale Junior. Dopo una serie di considerazioni personali, incontri, sperimentazioni, Jun Konno ha sviluppato l’Ai Chi, individuando una sequenza di 19 movimenti lenti e meditativi, da eseguire senza fretta, da soli o in due. L’ambiente in cui si è immersi è l’acqua, quell’elemento con cui l’essere umano entra in contatto sin dal suo concepimento, attraverso le profondità oceaniche del ventre della madre.
L’acqua, in quanto simbolo materno, è il luogo ideale dove abbandonarsi. Muovendosi nei suoi flutti vengono attivate le onde theta corrispondenti a uno stato di meditazione profonda o alla fase in cui si scivola nel sonno. Hanno una frequenza compresa tra 4 e 7 Hz e sono in grado di ristabilire il bilanciamento tra conscio e inconscio.
Nell’Ai Chi le caratteristiche dell’acqua assumono molta importanza. Essa deve avere un’altezza di circa 120 cme deve essere tiepida, intorno ai 34-35 gradi. Questa temperatura mantiene l’equilibrio termico del corpo portandolo ai valori ottimali; inoltre, induce a uno stato di calma, grazie al potere lenitivo di un ambiente liquido, caldo, avvolgente. I gesti delicati, ampi, flessuosi dell’Ai Chi permettono il rilascio di endorfine, sostanze chimiche prodotte dal cervello che migliorano l’umore. I movimenti sembrano una danza circolare, elegante e armoniosa, che crea l’unità tra gli opposti, proprio secondo la filosofia taoista. Le forme rappresentano sia l’elemento Yang (la forza calda e maschile), sia l’elemento Yin (la forza fredda e femminile), dando vita a un ritmo alternato di estensioni, raccoglimenti, oscillazioni, di sequenze che sviluppano equilibrio e un senso di libertà e consapevolezza.
La versione integrale dell’articolo è possibile leggerla sul n. 29 della rivista Vivere lo Yoga
Copywrite 2011 Silvia C. Turrin