Mindfulness è un termine che ha in sé molti significati.
Come suggerisce la parola, la sua origine è prettamente anglosassone ed è stata sviluppata dall’incontro tra neuroscienze e pratiche meditative orientali. Uno sviluppo derivato dai numerosi studi condotti da autorevoli ricercatori: ricordiamo per esempio le ricerche pionieristiche dello scienziato e filosofo Francisco Varela, o quelle molto più note del medico statunitense Jon Kabat-Zinn, fondatore e direttore della Clinica per la riduzione dello stress presso l’Università del Massachusetts, o ancora i lavori del prof. di psicologia e psichiatria Richard J. Davidson.
I vari studi hanno messo in luce come la Mindfulness migliori la qualità di vita.
La pratica regolare – cioè quotidiana – apporta numerosi e svariati benefici:
- aiuta a essere più sereni e calmi;
- permette di superare in modo più consapevole le paure;
- contribuisce a sciogliere gli attaccamenti;
- favorisce una maggiore armonia psico-fisica, poiché spinge a uscire dalla gabbia dell’io, dall’individualità e dai
- limiti creati dalla nostra mente;
- permette di alleviare e gestire stress, ansie, disagi psicofisici;
- porta a una profonda conoscenza del proprio mondo interiore.
Quale collegamento c’è tra la Mindfulness e la Meditazione?
Questa è una domanda che ci viene spesso posta nel corso di seminari e incontri che teniamo. In effetti, la tematica può destare una certa confusione. Sintetizzando, possiamo dire che la Mindfulness include una serie di tecniche e pratiche che ci accompagnano a fermarci, a rallentare i ritmi e a osservare il nostro mondo interiore. La Mindfulness è un cammino di consapevolezza, di osservazione del sé e di comprensione della realtà. Porta ad affinare la presenza mentale. La Mindfulness include pratiche meditative, che variano a seconda dell’approccio da cui parte l’Istruttore.
Noi consideriamo le radici orientali della Mindfulness. Il nostro approccio è incentrato in particolare sulla Mindfulness Immaginale, metodologia non terapeutica in cui la meditazione incontra la psicologia immaginale (così come è stata sviluppata dalla nostra maestra, Selene Calloni Williams avendo come background la visione immaginale/archetipica elaborata da James Hillman).
L’approccio immaginale dà spazio al potere immaginativo, e quindi considera importante “il simbolo”. Per esempio, il corpo è considerato esso stesso simbolo di quelle forze con cui si viene in relazione: queste forze lasciano tracce, che a loro volta s’imprimono sul corpo e lo modellano.
La Mindfulness Immaginale integra quindi conoscenze orientali e moderne conoscenze collegate alle neuroscienze e alla fisica quantistica. Al centro rimangono la Meditazione (Samatha e Vipassana) e le pratiche di visualizzazione.
Attraverso la Meditazione ognuno di noi:
– scopre la sua vera natura;
– scopre la chiara luce insita dentro sé, in simbiosi con la Natura;
– si libera dai condizionamenti che si manifestano nella sua mente;
– impara a eliminare ciò che dà origine alla sofferenza;
– sviluppa qualità (compassione, amore, equanimità, pace interiore) che migliorano la qualità della vita e le relazioni con gli altri.
Spesso ci si dimentica che la mente non è il cervello, e che la mente è in grado di modificare il cervello.
Quindi:
attraverso la Meditazione noi educhiamo la nostra mente a intraprendere un cammino che ci porta a vedere e vivere la realtà più chiaramente, e ad agire con maggiore consapevolezza, equanimità e saggezza.
La pratica della Meditazione è un cammino che può essere slegato da una particolare credenza religiosa: si può essere buddhista, cattolico o laico per praticarla.
Le basi della Meditazione (postura, esercizi sul respiro, sviluppo della Consapevolezza) riguardano la disciplina in sé e non la fede intima di una persona.
Vi è chi pratica la Meditazione secondo una visione laica, chi seguendo i dettami del Buddhismo, chi sentendosi parte del Tutto.
La pratica della Meditazione si basa sulla libertà verso se stessi e verso gli altri, sul rispetto e sui diritti fondamentali di ogni essere senziente.
La Mindfulness Immaginale ha conosciuto in questi ultimi anni una repentina è fortissima espansione.
I cosiddetti immaginalisti, professionisti della relazione d’aiuto, che la insegnano sono ormai numerosi. Questo è dovuto probabilmente al fatto che la Mindfulness Immaginale dà molto sia a chi la apprende, sia a chi la insegna, ponendosi ogni volta come esperienza autentica.
La Mindfulness Immaginale è molto apprezzata non solo dagli assoluti neofiti, ma anche da chi può già ritenersi esperto di meditazione ancor prima di approcciare la Mindfulness. Chi conosce già la meditazione, infatti, si ritrova nella Mindfulness Immaginale poiché essa mette molta cura nel preservare l’aspetto intimo, spirituale, sacro, magico e profondo della meditazione anche quando la porta in ambito scientifico.
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Mindfulness Immaginale, alla Meditazione e allo Shinrin Yoku
nel Cuore della Meditazione
Per approfondire si veda il libro edito da Mediterranee
“Mindfulness Immaginale”
Autrici: Selene Calloni Williams, Silvia C. Turrin
La meditazione non è necessariamente un cammino religioso, non comporta un credo o una fede, può essere praticata da tutti, indipendentemente dalla etnia, dalla cultura e dalla religione di appartenenza.
La meditazione è un cammino spirituale e naturale che, proprio come la natura, non è animato dalle categorie di bene e di male, di salute e malattia, di vero e di falso, ma unicamente dalla bellezza.